Radda in Chianti - la storia |
Territorio di Radda in ChiantiÈ posto sulle colline che occupano il tratto iniziale delle valli della Pesa e dell' Arbia, per una estensione di 80,56 chilometri quadrati; tocca la massima altitudine del Monte Querciabella (Monti del Chianti) con 854 metri ed il Capoluogo si trova alla quota di 533 metri. È interamente compreso entro i limiti del Chianti Classico. Confina con i comuni di Cavriglia, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Castellina in Chianti, Greve in Chianti. La StoriaPosto al centro del Chianti il teritorio raddese, pur denunciando la sua antichità insediativa con toponimi di origine etrusca (si veda Garbina, Modane, Spanda, Vecine, Vercenni, etc.), e latina
(Bracciano, Caperano, Livernano, Lusignano, Pornano, etc.), solo di recente ne ha avuto consistenti testimonianze archeologiche, con gli scavi presso il Poggio la Croce e la Malpensata, dove sono stati riportati in luce importanti reperti
etruschi. Palazzo del Podestà a Radda in Chianti Quando la Repibblica di Firenze, a partire dalla metà del XIII secolo, organizzò i "popoli" del suo contradoin "leghe", il territorio del Chianti andò a formarne una delle maggiori - tanto da essere diviso in "terzieri" -, documentata tra le prime all 'inizio del Trecento, capoluogo di un terziere e poi dall' intera lega fu il castello di radda - che ormai aveva assunto il carattere e le dimensioni di una "terra mutata", come dimostra il quattrocentesco Palazzo Pretorio o Palazzo del Podestà, ancora ornato nella facciata dagli stemmi dei podestà che vi si succedettero. Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ebbe un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri castelli sono giunti a noi molto frammentati, come albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paterno. Altre dimore rurali conservano le strutture a torre delle "case da signore" medievali: è il caso di Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale, Selvole, invece, sembra aver avuto sempre i caratteri del villaggio rurale non fortificato. Fra gli edifici signorili è infine da ricordare la stupenda casa padronale "Le Marangole", sita poco lontano dal nucleo del paese. Anche le testimonianze dell' antica organizzazione religiosa sono interessanti e significative, a partire dalla pieve di Santa Maria Novella che, per quanto molto rifatta nel secolo scorso, mantiene l' impianto originale, come dimostrano i ricchi capitelli romanici e conserva numerose opere d' aete. Più o meno consistenti resti romanici mostrano varie chiese, come quella di Albola, Bugialla, Livernano, Montemaione e della stessa radda, ma soprattutto le "canoniche" di San Fedele a Paterno e di Santa Maria in Colle (la Badiola), quest' ultima oggi ad una sola navata ma con archeggiature del primitivo impianto basilicale; resti della abbazia camaldolese di Montemuro (oggi la Badiaccia) rimangono incorporati in edifici dell'attuale villaggio. Mentre sempre da un nucleo romanico si è sviluppato nei secoli successivi il bellissimo convento di Santa Maria in Prato dove all' interno ancora oggi possiamo ammirare la famosa "Madonna con Bambino" di Neri di Bicci (1474). |
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